Paolo Ziliani, giornalista della testata di Travaglio, ha criticato la scelta di affidare l’ultimo ruolo di Vialli alla bandiera bianconera.
Il Fatto Quotidiano non ha per niente apprezzato la nomina di Gianluigi Buffon a capo delegazione della Nazionale. Il ruolo del compianto Gianluca Vialli, infatti, andrà alla bandiera bianconera leader nel Mondiale vinto nel 2006 e portiere, secondo alcuni, più forte della storia del calcio.
Paolo Ziliani, però, ritiene moralmente sbagliato che Buffon rappresenti gli azzurri tanto che, nell’ultima edizione del Fatto, ha indicato ben sette motivi a supporto della sua tesi. Per il giornalista, il rendimento a scuola del portiere rappresenta un primo ostacolo: Buffon è stato bocciato due volte a ragioneria e falsificò il suo diploma per iscriversi all’Università di Parma. Per far scemare la denuncia per truffa nei suoi confronti patteggiò con la giustizia con una multa di 6 milioni e mezzo di lire.
Il capitolo bestemmie
Ziliani punta poi il dito sull’abitudine del portierone di bestemmiare in campo e sul poco rispetto mostrato all’arbitro Oliver dopo quel Real Madrid-Juventus in cui Buffon dichiarò che il direttore di gara aveva “un bidone dell’immondizia al posto del cuore“.
Il giornalista, poi, attacca l’estremo difensore sul famoso gol fantasma di Sulley Muntari durante un Milan-Juventus ormai passato alla storia. Buffon, in quel caso, non ammise che la palla era entrata. Ziliani affronta anche il tema del calcio scommesse, visto che tante sono le accuse nei confronti dell’ex portiere del Parma in questo ambito.
Infine, c’è poi il discorso ai vari riferimenti ideologici e politici fatti da Buffon nel corso della sua carriera, soprattutto quando era più acerbo. Una volta, infatti, si presentò ad un’intervista post partita con una maglia con scritto “Boia Chi Molla” e, per un periodo, vestì anche il numero 88 in campo, un riferimento velato ad “Heil Hitler” ora vietato in Serie A.